Dixon: “La Indycar potrebbe testare il parabrezza già nel 2017”
22 Gennaio 2017 - 10:23
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Il pilota del team Ganassi sulle protezioni al cockpit: "L'obiettivo è installarle nel 2018. La Indycar sta spingendo molto su questo fronte"

Continua a far discutere l’idea di introdurre in Indycar delle protezioni per la testa dei piloti. Prosegue il dibattito fra i puristi del motorsport, che vorrebbero che le monoposto a ruote scoperte rimangano così come sono, e chi invece vuole introdurre delle soluzioni per aumentare la sicurezza dei piloti in zona cockpit.

La Indycar sembra sempre più avviata verso l’installazione sulla Dallara DW12 di una sorta di parabrezza, e il quattro volte campione Scott Dixon sembra soddisfatto di questo. “Come tutti sappiamo, la Indycar sta lavorando su soluzioni per la protezione del cockpit,” ha dichiarato Dixon a motorsport.com. “Sicuramente è un work in progress. Abbiamo visto che la F1 ha avuto qualche imprevisto, qualche problema che non avevano preventivato nello studiare la visuale del pilota. Penso che si vedranno dei cambiamenti sostanziali all’Halo, perché i punti ciechi sono più grandi di quanto pensassero inizialmente. Da quello che ho potuto vedere, la Indycar si sta muovendo verso un’altra direzione, puntando più sull’installazione di un parabrezza.”

Il pilota del team Ganassi ha poi aggiunto due dettagli particolarmente interessanti in merito alla possibile implementazione di un sistema di protezione del cockpit: la Indycar vorrebbe introdurlo nel 2018, e addirittura i primi collaudi in pista dell’aeroscreen potrebbero svolgersi già durante la stagione 2017.

“Penso che l’obiettivo sia quello di arrivare a mettere l’aeroscreen nel 2018, e la Indycar ha anche parlato della possibilità di svolgere delle simulazioni in pista alla fine del 2017 per vedere come funzionano le soluzioni studiate. So che stanno spingendo molto per fare dei test in pista. Penso che ci siano aree in cui si possa avere maggiore sicurezza e aree in cui vanno fatti dei ragionamenti prima di intervenire. E’ facile mettere sulle macchine qualcosa, ma è più difficile ragionare su ciò che potrebbe accadere al verificarsi di determinati scenari.”