La Indycar apre le trattative per l’ingresso di nuovi motoristi nella serie
14 Gennaio 2017 - 16:43
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La categoria americana vuole affiancare almeno un nuovo motorista a Chevrolet e Honda. Frye: "Stiamo parlando con quattro potenziali candidati"

La Indycar è stata spesso criticata per l’incapacità di adottare una visione a lungo raggio e di concentrarsi troppo sul presente, penalizzando così ampi margini di crescita. Una delle problematiche principali sorte negli ultimi due anni è stata senza dubbio l’introduzione degli aerokit.

I pacchetti aerodinamici prodotti da Honda e Chevrolet, che hanno fatto il loro debutto in pista nel 2015, hanno sì aumentato le prestazioni della DW12, ma hanno anche portato a un’impennata dei costi che ha messo in difficoltà diverse squadre. Gli aerokit hanno poi contribuito ad ampliare il vantaggio dei top team sulla concorrenza, con le squadre fornite da Chevrolet che potevano contare su un pacchetto decisamente più competitivo rispetto a quelle equipaggiate dagli aerokit Honda.

E’ stata quindi accolta col giusto entusiasmo la scelta della Indycar
di congelare lo sviluppo degli aerokit nel 2017, per presentare poi un nuovo e più aggressivo bodywork di fabbricazione Dallara nel 2018, in vista dell’arrivo di una monoposto nuova di zecca nel 2021. Una decisione che ridurrà i costi per le squadre, e che livellerà le prestazioni. Ma il beneficio principale di questa svolta è la possibilità di un arrivo nella serie di nuovi motoristi, motoristi che nelle ultime due stagioni sono rimasti alla porta a causa dell’eccessivo sforzo richiesto a un costruttore di Indycar, costretto allo sviluppo di un motore competitivo e anche di un solido pacchetto aerodinamico.

“Uno dei nostri obiettivi principali è quello di portare un altro costruttore di motori in Indycar,” ha dichiarato Jay Frye. “Abbiamo un piano quinquennale di sviluppo della serie, basato senza dubbio sul desiderio e sulla prospettiva dell’ingresso di un nuovo motorista. Quello che abbiamo cercato di fare con la nostra programmazione per il futuro della Indycar, col freezeing degli aerokit e l’introduzione di un kit universale, è di togliere alcuni ostacoli per l’arrivo nella serie di nuovi motoristi. I nostri attuali partner, Chevrolet e Honda, sono fantastici e hanno dato il loro consenso a questo programma. Stanno partecipando a questo processo e faranno parte del programma di test. Abbiamo però pensato di eseguire anche idee di altri costruttori che non sono nella Indycar Series, perché non sarebbe stato intelligente stilare questo grande piano quinquennale per poi portarlo ad altri costruttori per sentirselo rigettare.”

Frye ha poi aggiunto: “Ciò significa che a breve entrerà in Indycar un nuovo motorista? No, ma come ho già detto, abbiamo provveduto a rimuovere delle barriere d’entrata nel campionato. Abbiamo parlato con tre, quattro costruttori e nessuno ha detto no a priori all’ingresso in Indycar e questo è incoraggiante. Continueremo a lavorare su questa linea, sviluppando anche la nuova macchina. Faremo vedere a tutti ciò che stiamo facendo, coinvolgendoli nel processo decisionale. Poi in questi cinque anni sfrutteremo le opportunità che si creeranno per l’arrivo di un nuovo motorista nella serie.”