6H Shanghai: Porsche domina e si conferma iridata
06 Novembre 2016 - 11:53
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La sei ore cinese laurea di nuovo campione del mondo la 919 Hybrid, dopo una gara dominata. Ancora doppietta Ford tra le GT e la Ferrari deve inseguire

In quel di Shanghai non ce n’è stato per nessuno. La Porsche numero 1 di Bernhard-Webber-Hartley è stata inattaccabile sin dalle prime libere, dominando in lungo e in largo le 6 ore di gara. Per l’equipaggio dei campioni del mondo si tratta della quarta vittoria nelle cinque gare dopo la 24 ore di Le Mans, a sottolineare la competitività di questi tre piloti che solo la sfortuna aveva messo in dubbio nelle prime tre corse dell’anno. La Porsche ha cosi messo le mani sul secondo iride costruttori consecutivo, esattamente come lo scorso anno qui in Cina.

La gara ha visto uno strepitoso scatto delle Toyota, con Buemi che di potenza pura ha scavalcato Hartley al via, salvo poi cedergli di nuovo il passo poco dopo, mentre nelle retrovie il testacoda della Manor di Beche generava un contatto  con l’Aston numero 97 di Turner-Stanaway e probabilmente pone fine anche alle loro ambizioni di titolo in GTE PRO. Le Audi sono state della partita solo nelle prime fasi, fino al patacrac compiuto da Jarvis che ha ben pensato di centrare Treluyèr alla fine del lungo rettilineo, simbolo di una giornata davvero nerissima proprio a pochi giorni dall’annuncio dell’addio della casa tedesca al mondo dell’endurance. Il contatto ha provocato danni alla vettura numero 7 dell’incolpevole pilota francese, che ha accusato un problema alle connessioni interne della presa d’aria, perdendo molto tempo ai box e chiudendo al sesto posto dopo un sorpasso in extremis sulla ByKolles, vincente tra le LMP1 private per i problemi del Team Rebellion. La corsa si è accesa nelle ultime ore per la seconda posizione. Fino a un’ora e quaranta dal termine era in mano tranquillamente alla Toyota di Conway, che però ha accusato una foratura che lo ha costretto a una sosta in più. Approfittando di questo era Buemi a salire al secondo posto, ma al penultimo pit il rabbocco più veloce della Porsche di Jani metteva le due 919 davanti a tutti. Qui è Kobayashi che compie la magia, dopo essere subentrato a Conway sulla Toyota numero 6. Il nipponico, prima scavalca Davidson dopo un ordine di squadra, poi svernicia la vettura numero 2 nonchè rivale per il mondiale andandosi a prendere un meritato secondo posto. I giapponesi mettono anche l’altra vettura sul podio grazie a un ultimo pit stop senza cambio gomme, al contrario delle Porsche, attuando la stessa tattica azzeccata che gli aveva permesso di battere l’Audi al Fuji.

All’arrivo è Brendon Hartley che taglia il traguardo sulla Porsche numero 1 regalando il bis iridato alla casa di Weissach, precedendo le Toyota che in questo finale sono apparse in enorme crescita. Con un modesto quarto posto, la Porsche di Dumas-Jani-Lieb ora ha solo 17 punti di vantaggio sulla Toyota numero 6, quindi tutto rimane aperto in vista del Bahrain, dove tra due settimane si deciderà tutto per il titolo piloti.

In classe LMP2 la G-Drive Racing sembra averci preso gusto. Infatti per l’Oreca Nissan numero 26 è arrivata la seconda vittoria consecutiva dopo il Fuji grazie a Rusinov-Stevens-Brundle, che hanno dominato precedendo la Ligier del nostro Antonio Giovinazzi con Sean Gelael e Tom Blomqvist, autori di una gara pazzesca. Il nostro Antonio sembra saperci fare sul serio su queste vetture, chissà che la carriera in questo mondo non possa essere un’alternativa alla F1. Terzo posto per l’RGR Sport by Morand davanti all’Alpine che giungendo quarta ha chiuso i conti e portato a casa il titolo con Menezes-Lapierre-Richelmi.

In GTE PRO c’è poco da dire. Ancora una volta è stata una cavalcata trionfale delle Ford GT, con la numero 67 di Priaulx e Tincknell che ha demolito anche la gemella di Mucke e Pla, seconda a quasi un minuto. Terza posizioni per la Ferrari numero 51 di Bruni e Calado, davanti all’Aston di Thiim e Sorensen, che sembrano avere il titolo piloti in pugno ora. Quinta posizione per l’altra rossa di Rigon e Calado, che tra penalità ed errori ha quasi chiuso alle spalle della Porsche di Lietz e Christensen, equipaggio che qui aveva dominato lo scorso anno. C’è da sottolineare che grazie al ritiro dell’altra Aston ora la Ferrari ha un buon vantaggio nella classifica costruttori, mentre la Ford resta comunque lontana.

In GTE AM l’Aston numero 98 di Dalla Lana-Lamy-Lauda non ha la minima voglia di mollare e piazza un altra vittoria, facendosi sotto in classifica alla Ferrari di Perrodo-Collard-Aguas, che mantengono comunque 22 punti di vantaggio in classifica sulla vettura inglese con il terzo posto maturato oggi. All’ultimo giro però il colpo di scena. Da molti giri la Ferrari di Aguas era in lotta con la Porsche del KCMG con Henzler al volante. Il contatto alla fine ha premiato la Porsche che cosi ha chiuso seconda sottraendo alla Ferrari importanti punti in chiave campionato.

L’appuntamento ora è tra due settimane con la sei ore del Bahrein, che deciderà i restanti titoli ancora da assegnare.