Analisi tecnica SF71H: un’evoluzione rivoluzionaria
23 Febbraio 2018 - 20:45
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L'arma progettata dagli uomini del cavallino è una linea continua con la monoposto della passata stagione, ma al suo interno presenta alcuni interessanti novità

La Ferrari ha presentato ieri la vettura a cui è stato dato il compito, e l’obbligo, di vincere questo campionato. Un vero e proprio show ha preceduto l’entrata in scena della nuova monoposto di Maranello, mostrata con un grande effetto di luci. A primo impatto la sensazione è quella di una continuità progettuale con la precedente, che però ha voluto osare su parecchie zone del corpo vettura:

 

Muso in stile inglese

Come detto le soluzione adottate dagli uomini in rosso sono studiate per cercare la massima efficienza aerodinamica, e per fare ciò ci si è concentrati in modo maniacale sui dettagli. Questa precisione progettuale si può notare a partire dal muso, che presenta ancora la piccola protuberanza lanciata dalla sua progenitrice, ma è visibilmente simile all’alettone anteriore della McLaren 2017, soprattutto se si guardano i supporti alari. i piloni sono stati allungati e gli sono stati aggiunte due feritoie in carbonio vicino, in modo da convogliare maggiormente i flussi nella zona bassa della vettura, così da maggiorare e rinforzare i flussi che si dirigono sul fondo vettura. Rispetto al muso della SF70H, quello della vettura presentata ieri è meno largo e più affusolato, e mostra una maggiore convergenza.

 

Lo specchietto retrovisore per ridurre le turbolenze

Per raggiungere l’obbiettivo finale ogni componente deve fare la sua parte, perfino il pezzo, apparentemente, più marginale. E’ quello che hanno fatto in Ferrari, visto che in questa vettura anche lo specchietto retrovisore è stato progettato per migliorare i flussi nella parte centrale della vettura. Nella parte posteriore è presente una feritoia dove è stata alloggiata una “lama” in carbonio che contribuirà ad indirizzare i flussi d’aria verso il retrotreno. Questa “furbata” potrebbe essere una dei tanti colpi di genio presenti sulla monoposto italiana, visto che come ricordato da Mattia Binotto questa vettura è stata pensata per ridurre al massimo l’avanzamento aerodinamico in modo da non caricare troppo le ali durante le varie sessioni, dato che sarà il corpo vettura a fornire la stragrande maggioranza del carico aerodinamico.

 

Si continua con la sospensione push rod

Come l’anno passato si è continuato con la sospensione a tirante, che tanto ha aiutato nell’affrontare i circuiti cittadini, ma è stata completamente rivoluzionata la geometria: l’aumento della distanza tra la ruota e la pancia è stata una delle cause dell’allungamento del passo, ciò è stato fatto data l’impossibilità di non poter arretrare maggiormente le bocche dei radiatori, e per questo si è portata avanti la ruota, in modo da ridurre le turbolenze. Altra modifica è l’inclinazione del punzone, mentre il triangolo della sospensione ha un’altezza da terra minore rispetto alle altre squadre che hanno deciso di alzarlo. Anche il wishbone inferiore, come il triangolo sospensivo, è rimasto piuttosto basso: ciò è stato fatto per esplicita richiesta dell’aerodinamico Sanchez, e poi accettata con piacere da Simone Resta, il tutto per assicurarsi un avantreno più rigido che permetterebbe uno sfruttamento migliore degli pneumatici Pirelli, che quest’anno saranno notevolmente più morbidi rispetti allo scorso campionato.

 

Inserito il bracket nel puntone

Il puntone che si appoggia tra il telaio e il vanity panel presenta un bracket, precisamente nella zona del porta mozzo. A differenza di altre squadre, questo elemento è stato accorciato per non andare contro le normativi diramate dalla FIA, la quale ha limitato l’altezza da terra dell’asse anteriore ad un minimo di 5 mm. Un altro elemento che è stato ripreso dalla SF70H sono i mozzi forati che, però, si sono impoveriti di alcune prese d’aria, il motivo risiederebbe nella lavoro svolto dalla Brembo per migliorare il raffreddamento delle pinze e ridurre lo spazio di staccata. Anche il bageboard è stato sviluppato, adesso presenta sue soffiaggi nella parte superiore.

 

Cura dimagrante per ridurre le pance

Quest’anno tutta la monoposto ha goduto di evoluzioni significative, ma quelle più importanti riguardano la parte centrale del corpo auto, a partire dalle pance, le quali adesso integrano il cono d’intrusione al loro interno, in modo da estremizzare ancora di più la separazione dei flussi. I radiatori, invece sono stati ridotti di dimensione, dato che adesso la quantità d’aria pescabile dall’alto è aumentata, poichè è stata montata una seconda apertura per il raffreddamento dei radiatori. Questo aumento d’aria ha potuto snellire le pance della vettura del cavallino. L’intero blocco della power unit è stato ridisegnato, in modo da avere delle pance molto più magre e slanciate, e un retrotreno più affusolato, inoltre sono state aggiunte delle pinne nere sulla fiancate delle vetture, utili ad energizzare il flusso d’aria diretto al diffusore.

 

La gear wing si è alzata

In linea con le modifiche diramate dalla FIA, anche la Ferrari ha dovuto abbandonare la fantomatica T-wing, ma per sopperire a questa mancanza, ha innalzato la gear-wing che adesso si allinea con il profilo principale dell’ala posteriore, soluzione innovativa rispetto a tutti gli altri team. Il posteriore monta ancora la sospensione pull rod, la quale presenta un bracket notevolmente allungato.

 

L’Halo ha la corona

Da quest’anno tutte le vetture saranno obbligate a montare, per ragioni di sicurezza, la protezione frontale. I progettisti del cavallino non si sono fatti sfuggire l’occasione di utilizzare l’halo per aiutare la vettura nella pulizia dei flussi d’aria, infatti al di sopra di questo è stata montata una sorta di corona, capace di ridurre gli effetti negativi delle turbolenze.