Come nasce la grafica di un casco? Ce lo spiega Cristiano Terruzzi di TRC Design
13 Gennaio 2014 - 18:20
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248243_10151548765819016_1932463092_nDietro la grafica di un casco si nasconde il meticoloso lavoro di esperti professionisti. Ovviamente, anche in questo ambito, esiste una sorta di competizione su quale sia il pilota che indossa un casco con una grafica più accattivante. Anche le case costruttrici, al di là dell’aspetto tecnico legato alla sicurezza, cavalcano l’onda sfidandosi nella ricerca di design più attraenti e proponendo repliche fedeli dei caschi utilizzati dai beniamini delle due e delle quattro ruote.

Ma quale mondo si nasconde dietro ad una grafica personalizzata di un casco? Lo abbiamo chiesto a Cristiano Terruzzi, in arte “TRC”. Cristiano, nonostante la sua giovane età, è già attivo dal alcuni anni nel settore delle grafiche personalizzate ed è specializzato nella tecnica ad aerografo, che permette una elevata precisione nel disegno. La TRC Design (www.trcdesign.it), tra gli altri, ha curato le grafiche dei caschi di Vittorio Iannuzzo (SBK), Eddi La Marra (Stock) e Roberto Tamburini (Supersport).

601715_460720374007560_910518775_n“Il primo passo è riportare l’idea grafica su carta, facendo un bozzetto, e successivamente viene trasferita graficamente al computer. Una volta che il cliente è soddisfatto, si procede con la realizzazione. In base al casco vanno fatti procedimenti diversi. Di solito si disegnano i vari elementi con i programmi di grafica, ad esempio loghi, numeri, sponsor, ecc.. al fine di creare le cosiddette maschere che verranno applicate sulla calotta e riempite di colore. Prima di iniziare il lavoro, però, è meglio fare una sorta di scaletta con i vari passaggi da eseguire, dai più rapidi e meno impegnativi ai più complessi. Una volta terminata la verniciatura si danno due mani di trasparente e il casco viene spedito alla casa madre per essere montato”.

Anche i tempi di realizzazione di queste piccole opere d’arte non sono da trascurare, specie se, come nel caso di TRC Design, tutto il lavoro viene svolto da una sola persona: “I tempi di lavorazione non sono generalizzabili: variano a seconda che si tratti di un casco totalmente aerografato o misto adesivi; inoltre il tempo necessario dipende dalla grafica e dalla complessità del disegno”.

Al contrario di quello che si possa pensare, la personalizzazione grafica è un campo in cui i piloti non hanno sempre le idee chiare e spesso il design è frutto di un gioco di squadra:  “Ci sono alcuni piloti – ci ha spiegato Cristiano – che hanno in mente la loro grafica ed è impossibile modificargli una virgola (questi sono la minoranza) mentre la maggior parte di loro mi dicono – Fai Tu – 527409_370271086385823_58368574_nSolo in quel momento si apre un confronto con il pilota per capire cosa vuole che venga riportato, quali colori, loghi, numeri e stile di grafica. Comunque sia la maggior parte dei caschi creati nascono da mie idee con l’ausilio dei piloti”.

Un mondo di veri professionisti che si muove dietro le quinte. Un rapporto tra pilota e designer che va oltre la pista: “Il pilota, la maggior parte delle volte, non è più un semplice cliente ma diventa un amico. Si genera un rapporto talmente bello da creare in modo ancor più divertente un nuovo casco, per questo ho molti lavori a cui sono legato. Ad esempio ricordo con piacere il mio primo casco in assoluto nel CIV, di Matteo Polo, che aveva una grafica a puzzle. In realtà ogni mio lavoro ha una sua storia che ha contribuito ad inserirmi all’interno delle competizioni, permettendomi di poter conoscere Chicco Lambrughi, di Bell Helmets, con cui collaboro”.