I dati della prima settimana di test 2018 a Barcellona
02 Marzo 2018 - 14:21
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L'analisi dei chilometri percorsi, affidabilità, velocità di punta ottenuti durante i primi quattro giorni di prove della stagione 2018
Quattro giorni di test in cui le prove sono state poche e non tanto utili. Il maltempo ha condizionato anche troppo i primi quattro giorni in cui tra pioggia, basse temperature e addirittura neve, i team hanno effettuato un lavoro sicuramente minore rispetto a quanto preventivato. Tempo sprecato che potrebbe costare caro date le importanti novità introdotte in questa stagione tra cui l’halo che rende le vetture più pesanti e i tre motori che dovranno coprire una distanza di più di 2000km ciascuno per poter arrivare a fine stagione senza ricevere penalità. Ovviamente nessuno ci ha rimesso perché tutti hanno perso ore allo stesso modo, ma in un periodo in cui i test sono centellinati, ogni secondo è vitale.

In quel che si è potuto vedere, quindi in 23 ore di prove svolte su 32 previste si sono colti dei primi dati molto interessanti soprattutto da alcune squadre, ma anche motoristi! Quel che più è saltato all’occhio è stata sicuramente l’incredibile affidabilità trovata da Honda che ha permesso a Toro Rosso di scalare la classifica del numero di giri compiuti in 3 giorni di prove. Alla luce di quanto accaduto nelle tre precedenti stagioni con McLaren, nessuno si sarebbe aspettato che la casa giapponese permettesse al team faentino di essere così stakanovista. A deludere Red Bull e Force India con molti problemi, soprattutto durante il secondo e quarto giorno di prove, i quali non hanno permesso loro di superare con facilità i 1000 km percorsi.

KM PERCORSI DA OGNI TEAM

Toro Rosso 324 Giri (4.91 GP) 1.508,2 km
Mercedes 306 Giri (4.64 GP) 1.424,3 km
Ferrari 298 Giri (4.52 GP) 1.387,2 km
Sauber 283 Giri (4.29 GP) 1.317,4 km
Williams 276 Giri (4.18 GP) 1.284,8 km
Renault 273 Giri (4.14 GP) 1.270,8 km
McLaren 260 Giri (3.94 GP) 1.210,3 km
Red Bull 209 Giri (3.17 GP) 972,9 km
Haas 187 Giri (2.83 GP) 870,5 km
Force India 163 Giri (2.47 GP) 772,7 km

Oltre alla Toro Rosso tra le sorprese compare anche Sauber che ha completato più di 1300 km, piazzandosi di poco dietro alla Ferrari. Se da un lato l’affidabilità della Honda sembra essere ritrovata grazie ai quasi 5 Gran Premi effettuati senza nemmeno una rottura (abbastanza insolito per i giapponesi, ndr), dall’altro lato non si hanno ancora conferme per quanto riguarda la prestazione sul giro secco. Chi è migliorata rispetto alla passata stagione è la McLaren che, dopo il passaggio ai motori Renault, è riuscita a svolgere il proprio lavoro senza troppi intoppi. La vettura di Woking è però in fondo alla classifica degli ultra-1000 a causa di un problema allo scarico verificatosi lunedì, che ha costretto la vettura papaya a rimanere ai box per diverse ore. La MCL33 si conferma  essere simile alle predecessori, ovvero che tende a far scaldare molto le componenti interne, costringendo all’apertura di diversi fori di aerazione per far defluire al meglio i flussi di aria calda. Questo potrebbe far pensare che i problemi riscontrati da Honda sulle proprie unità motrici nelle ultime tre stagioni, potrebbero non essere legati unicamente alla progettazione delle stesse.

Se consideriamo invece la totalità dei chilometri macinati dalle quattro differenti power unit, a salire sul gradino più alto del podio è la Ferrari che ha percorso 11 gran premi e due terzi, uno terzo in più rispetto alla rivale Mercedes che stacca di solo 6 giri i motorizzati Renault. Se però si fa una media di giri percorsi in rapporto con il numero di team che dispongono dello stesso motore, a balzare davanti a tutti è nuovamente la Honda che rifila più di un GP al propulsore della casa di Maranello.

KM TOTALI PERCORSI DA OGNI MOTORE

Ferrari 768 Giri (11.6 GP) 3.575,0 km
Mercedes 748 Giri (11.3 GP) 3.481,9 km
Renault 742 Giri (11.2 GP) 3.454,0 km
Honda 324 Giri (4.91 GP) 1.508,2 km

KM IN MEDIA PERCORSI DA OGNI MOTORE

Honda 324 Giri (4.91 GP) 1.508,2 km
Ferrari 256 Giri (3.88 GP) 1.191,7 km
Mercedes 249 Giri (3.78 GP) 1.159,1 km
Renault 247 Giri (3.75 GP) 1.149,8 km

Sembrerebbe che il motore Honda sia il più affidabile di tutti perché in media ha poco più di un GP di vantaggio rispetto agli avversari, ma bisogna tener conto dell’uscita delle due uscite di pista della Sauber, quella della Red Bull e quella della McLaren che hanno fatto perdere molto tempo e quindi chilometraggio alle varie tipologie di motore. Inoltre la Haas continua a mostrare difetti che ormai si porta dietro da circa una stagione, i quali hanno costretto i meccanici a lavorare molto sulla nuova VF18. Da aggiungere anche i problemi avuti dai team di Milton Keynes e di Woking che però non sono riconducibili a difetti della power unit. Probabilmente il motore transalpino avrebbe potuto porsi ad una via di mezzo tra Honda e Ferrari, se non fare addirittura meglio. L’unità francese è però quella che fino ad ora ha avuto problemi in questi 3 giorni di test. Proprio ieri infatti la Renault è stata costretta a saltare circa due ore di prove per sostituire la batteria sulla vettura di Hulkenberg, poi passata nelle mani di Sainz.

Migliorano anche le velocità di punta, anche se per pochissimo. Lo scorso anno la più alta fu quella registrata dalla Sauber, che però montava un motore 2016. Tra gli altri la più veloce è stata la Haas, quindi un motore Ferrari, mentre la più lenta è stata la McLaren (PU Honda). Quest’anno nella classifica dei top speed, il miglior motore per ora rimane quello Ferrari, mentre il più “lento” diventa quello della Renault.

VELOCITA’ DI PUNTA (2017 vs 2018)

Ferrari P1 331.2 km/h (Haas 2017) P1 336.4 km/h (Haas 2018)
Mercedes P3 327.2 km/h (Mercedes 2017) P2 333.3 km/h (Mercedes 2018)
Honda P4 314.8 km/h (McLaren 2017) P2 333.3 km/h (Toro Rosso 2018)
Renault P2 330.2 km/h (Red Bull 2017) P4 324.3 km/h (McLaren 2018)

Per quanto riguarda invece i team ufficiali dei tre motoristi principali, Ferrari (da 328.2 a 334.3) e Mercedes (da 327.2 a 333.3) hanno ottenuto un miglioramento nella loro velocità di punta, mentre Renault (da 324.3 a 320.4) ha perso qualche chilometro orario. Tutti questi dati sulle velocità di punta sono però da prendere con le pinze perché non è dato sapere le condizioni in cui sono state registrate. Le variabili sono tante dall’uso del DRS, alle nuove mescole di pneumatici, più soffici rispetto al 2017, al nuovo asfalto, fino al reale sfruttamento della potenza del motore. L’unico su cui si potrebbe trarre una conclusione è quello Honda che nelle passate tre stagioni non era mai riuscito ad avvicinarsi agli altri tre motoristi, nemmeno con motore nuovo, DRS aperto e potenza al massimo.

Molti dei dati di questo articolo sono condizionati dal meteo presente in questa settimana. Sicuramente a partire da martedì otterremo dei risultati più concreti anche se dovremo aspettare comunque il Gran Premio d’Australia del 25 marzo, per conoscere le forze reali messe in campo da ogni contendente.