Hasegawa: “A qualcuno in Honda non è piaciuta l’attitudine di Alonso, ma aveva ragione a criticarci”
18 Ottobre 2017 - 17:23
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Il capo del programma Honda F1: "E' una brava persona e mi spiace di non essere riuscito a dargli un buon motore"

McLaren Honda avrebbero dovuto riscrivere la storia della Formula 1 assieme, rinverdendo i gloriosi fasti di fine anni ’80, e invece… Il costruttore giapponese, rientrato nel giro della F1 nel 2015 dopo il frettoloso addio al Circus a fine 2008 in seguito alla crisi economica mondiale, non è mai riuscito a realizzare una power unit all’altezza di quella degli avversari.

In ogni stagione la McLaren ha sempre sofferto una cronica mancanza di cavalli. Non solo: l’unità motrice della Honda si è anche rivelata la più fragile del gruppo, con i piloti della McLaren spesso costretti al ritiro o a partire in fondo al gruppo a causa di problemi di affidabilità alla power unit. Questa situazione insostenibile la scuderia di Woking interrompere il rapporto di lavoro coi giapponesi. Nel 2018, e nelle successive due stagioni, la McLaren avrà i propulsori Renault.

Alonso, pilota della McLaren, ha criticato pubblicamente in più occasioni l’operato della Honda, arrivando addirittura a sostenere di avere un motore da GP2 mentre stava correndo il GP del Giappone, gara di casa del motorista. Il pilota spagnolo non ha mai nascosto la mancanza di feeling con la Honda a causa del pessimo lavoro svolto dai tecnici nipponici, e l’atteggiamento del due volte campione del mondo non ha trovato grande apprezzamento dai vertici della Honda.

 

 

“Alonso mi ha spesso messo pressione – ha dichiarato Hasegawa, capo del programma Honda in F1, a El Confidencial – Se la macchina non andava bene, non si faceva scrupoli a dirmi in faccia che non era contento. Ma lui è una brava persona, e probabilmente non era felice di dovermi rimproverare. Lui però doveva farlo, perché voleva che tutto funzionasse. Certamente in Honda c’erano persone che non erano contente per l’atteggiamento di Alonso, ma per me non era un problema. Sono personalmente molto dispiaciuto per non essere riuscito a dargli un motore competitivo, ma in F1 è difficile rendere tutti contenti. Visto che lui non era felice, è stato difficile realizzare una buona relazione lavorativa. Ma non c’era nulla di personale. Alonso faceva il suo lavoro da buon professionista, ma come si sa i piloti possono essere emotivi. Se avesse avuto la macchina migliore del gruppo sarebbe stato felice? Sì, ed è per questo che non possiamo lamentarci. Le aspettative della Honda erano troppo alte, e questo è stato il nostro grande errore. Siamo stati troppo ambiziosi, e nel 2015 non eravamo pronti. La Honda però ha un’identità ben precisa che prevede di combattere sempre e di non arrendersi mai. Se così non fosse, avremmo lasciato la F1″.