Hinchcliffe incredulo per la mancata qualificazione alla Indy 500. “Indianapolis a volte è un’amante crudele”
20 Maggio 2018 - 12:35
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Indy 500
Il pilota canadese è rimasto fregato da problemi tecnici e non è riuscito a fare un giro utile per entrare fra i "magnifici 33"

INDIANAPOLIS – C’era tanta attesa per il ritorno alla 500 Miglia di Indianapolis del Bump Day, la tagliola che pende sulla testa di chi non è in grado di effettuare un giro abbastanza buono da collocarlo almeno in trentatreesima posizione. E il Bump Day non ha guardato in faccia a nessuno, e nelle qualifiche di ieri ha chiuso la porta della 500 Miglia di Indianapolis in faccia a James Hinchcliffe, uno dei piloti più carismatici e talentuosi della IndyCar, che nel 2016 era addirittura riuscito a strappare la pole position con una Fast Nine da incorniciare.

Il pilota canadese in realtà aveva ottenuto in tempo buono prima della sospensione delle qualifiche per la pioggia, ma dopo la ripartenza ha perso progressivamente terreno. Alla fine si è trovato a rischio, e Daly ha piazzato quattro giri che gli hanno consentito di estromettere Hinchcliffe. Il Sindaco ha provato a scendere in pista, ma una vibrazione sulla sua macchina lo ha costretto a desistere. Più tardi si è scoperto che il problema era dovuto a un’avaria su un sensore deputato alla misurazione della pressione delle gomme.

 

 

“Nessuno ci ha fregato, il sistema non si è rivoltato contro di noi: siamo noi ad aver fallito – ha detto il pilota dello Schmidt-Peterson, afflitto da problemi meccanici e vibrazioni per tutta la qualifica – Vinciamo assieme e perdiamo assieme: è inutile dare la colpa solo a qualcuno, ma è certamente incredibile pensare dove siamo adesso e dove eravamo due anni fa. E’ devastante essere esclusi così. La 500 Miglia di Indianapolis è un po’ come un’amante crudele a volte; con lei tocchi dei picchi impressionanti, e i punti più bassi possibili. Tutti nel team hanno lavorato duramente per preparare le macchine; tre sono dentro e la mia no. Ora dobbiamo ragionare a mente lucida e capire le motivazioni di quanto successo in pista. Impareremo qualcosa da questa esperienza. Di sicuro è un boccone amaro da digerire”.