Indycar: Top & Flop di metà campionato
03 Luglio 2014 - 2:19
|

TOP 

Will Power. Che per l’eterno incompiuto sia finalmente arrivato il 12PowerWins1stDetroitDual02.JPGmomento di portare a casa un titolo? Parrebbe di sì. A parte l’ultimo weekend a Houston, dove non ha portato a casa grandi risultati, l’australiano è sempre giunto nella top ten. Vanta due vittorie, St.Petersbourg e Detroit, e ha anche dimostrato di saper rimontare alla grande, come nella seconda gara di Belle Isle. Però non è ancora esente da errori: il limite di velocità ai box non rispettato a Indy e Fort Worth, il lungo in Alabama, l’incidente provocato in gara 2 a Belle Isle sono leggerezze da non ripetere. Perché il suo più grande avversario, a tutt’oggi, pare proprio Will Power stesso.

Simon Pagenaud. Il francese è un pilota veloce e concreto. Sa leggere bene la corsa e difficilmente commette errori, e anche quest’anno si sta facendo valere alla grande. Finora ha centrato due vittorie (Indianapolis e gara 2 di Houston), ma vanta anche altri quattro arrivi nella top five. Alla lunga potrebbe pagare il fatto di correre in un team non di primissima fascia, specie sugli ovali, ma sui cittadini e nei tracciati tradizionali potrà dire la sua. Per il campionato i conti si faranno anche con lui.

Ryan Hunter-Reay. Va di diritto tra i top per l’ottimo avvio di campionato, che lo ha visto secondo a St.Petersbourg, vincitore in hunter reay indy 500 2014Alabama, secondo nel GP di Indianapolis e splendido trionfatore della prestigiosa 500 Miglia di Indianapolis, che non veniva vinta da un pilota americano dai tempi di Sam Hornish jr (2006). Tuttavia dopo Indy le sue prestazioni sono un po’ crollate, e in Texas anche il motore Honda ha cominciato a fare le bizze. Qualche passo in avanti nell’ultimo weekend di Houston, ma per bissare il successo del 2012 deve ritrovare la velocità di inizio stagione.

Carlos Munoz. Il ventiduenne colombiano, alla prima stagione completa in Indycar, si è inserito abbastanza bene, e ha già fatto vedere ottime cose, conquistando due podi (Long Beach e gara 1 di Houston) e confermandosi un mastino nella 500 Miglia di Indianapolis, dove ha finito in quarta posizione e non troppo distante dal compagno di squadra Marco Andretti. Qualche errore lo ha commesso, ma per essere un rookie se la sta cavando bene.

Jack Hawksworth. I neofiti della Indycar lo hanno subito bollato come pilota pagante, reo di aver soffiato il posto nel team Herta al nostro Luca Filippi. Invece l’inglese è stato quasi sempre veloce, duro nel corpo a corpo, e in più di un’occasione sono state le circostanze esterne a non permettergli di cogliere i risultati, vedi Detroit dove gli si è spezzato un disco dei freni nel rientro ai box mentre era secondo. Paradossalmente nel weekend in cui è stato meno veloce, a Houston, sono arrivati un sesto posto e il primo podio in carriera nella Indycar, grazie anche a una strenua difesa della posizione dagli attacchi di Montoya e Kimball.

FLOP

dixon indianapolis 2014Team Ganassi. 3 podi in dieci gare sono un bottino inaccettabile per una squadra di tale importanza. Il passaggio ai motori Chevrolet è stata una mossa controproducente, ma anche i piloti del team di Chip Ganassi non stanno rendendo al meglio. Incomprensibile la scelta di non puntare da subito su Sage Karam, giovane di talento e nella top ten alla 500 Miglia di Indianapolis. Dixon è l’unico dei piloti di Ganassi a salvarsi dall’insufficienza, ma le possibilità del neozelandese di confermare il titolo sono prossime allo zero.

Takuma Sato. Chissà cosa passerà nella testa del leggendario AJ Foyt al termine di ogni gara, dove puntualmente Sato non raccoglie nulla, e spesso porta pochi punti al team perché ne combina una delle sue. Perfino nell’ultimo weekend di Houston è riuscito a rovinare tutto mentre era meritatamente nelle zone alte. Deve darsi una svegliata, altrimenti l’anno sebastian saavedraprossimo la Indycar la vedrà solo davanti alla tv.

Sebastian Saavedra. La pole nel Gp di Indianapolis è stata solo una rondine che non ha fatto primavera. Il colombiano della KVSH Racing non ha fatto quel passo in avanti che ci si attendeva, non ha ottenuto un piazzamento importante, e tende a commettere sempre gli stessi errori.

Josef Newgarden.  Stagione incolore per il pilota del team di Sarah Fisher. Solo due arrivi nella top ten e diverse gare mediocri. E’ al terzo anno in Indycar: può e deve fare di più.