Intervista esclusiva a Guido Schittone: “In Ferrari anni di valutazioni errate. Vettel? Un asso”
09 Aprile 2014 - 14:40
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Guido Schittone2La nuova Formula 1, il periodo tutt’altro che positivo della Ferrari, “l’asso” Sebastian Vettel, WRC, la gestione dei diritti TV, i ricordi del passato e alcuni consigli per le nuove leve del giornalismo italiano. Parliamo di questo e altro con Guido Schittone, volto autorevole di Dinamica Channel e del programma “Warm Up”, ma non solo: nella sua carriera giornalistica spiccano i ruoli di Direttore responsabile per la rubrica “Autosprint” e di caporedattore della sezione motori di Fininvest/Mediaset, commentando con Andrea De Adamich dal 1991 al 1995 parte dei Gran Premi di Formula 1 per via della divisione dei diritti con la Rai, mentre nel 1996 il “Biscione” acquisisce in esclusiva tutto il mondiale vinto poi da Damon Hill.

Ringraziamo Guido per la sua disponibilità, ecco di cosa abbiamo parlato.

– Questa nuova Formula 1 ha dato i suoi primi cenni di vita nella gara in Bahrain dopo due apparizioni non proprio esaltanti. Cosa pensi di questo drastico cambio regolamentare? Darà i suoi frutti in futuro? E cosa cambieresti dopo aver visto queste prime gare?

“Ogni qual volta si assiste a un cambio regolamentare importante la tendenza della critica è quella di contestare la nuova formula. Fu così quando dai motori 1.5 si passò ai 3 litri, mi riferisco agli anni’60, quando venne reso obbligatorio l’uso dei turbo 1.5 fino appunto ai giorni nostri. L’idea di partenza della nuova Formula 1 non è male perché affronta problematiche che sono all’ordine del giorno negli uffici ricerca e sviluppo delle Case. La soluzione scelta può aiutare per davvero la ricerca e il trasferimento di alcune innovazioni agonistiche nella produzione di serie. Però io avrei liberalizzato le opzioni sul frazionamento, perché il V6 si e un quattro cilindri no per esempio? E avrei abolito l’assurda norma del consumo istantaneo. Secondo me è stata messa troppa carne al fuoco in un colpo solo, senza concedere la necessaria sperimentazione preliminare attraverso i test. Di sicuro si è andati verso un’opzione di grande interesse tecnologico ma ben distante dai quei criteri di economicità e risparmio strombazzati da più parti”.

Partenza2– In molti ancora non sono convinti del potenziale di Sebastian Vettel nonostante i suoi quattro titoli mondiali. Come giudichi il pilota tedesco? Deve ancora dimostrare di essere un grande campione?

“Uno che vince quattro titoli mondiali ha ancora bisogno di dimostrare di essere un campione? Trovo Vettel un asso: sa gestire la corsa, è tattico, ha talento naturale. Chi lo contesta probabilmente è accecato dal tifo per questo o quell’altro pilota. D’altronde in Italia tiravano pietre a Prost quando gareggiava con la Renault o contestavano Schumacher ai tempi della Benetton. Datemi il cartellino di Vettel e diventerò ricco”.

– Dal 2008 la Ferrari non porta a casa un titolo mondiale, e le statistiche degli ultimi anni non sono certo incoraggianti (quattro pole position da Monza 2010 ad oggi), in più il Presidente Montezemolo in Bahrain ha lasciato anzitempo il circuito. Secondo te dovremo aspettare ancora molto per rivedere il Cavallino lottare costantemente per il titolo mondiale?

“Alla Ferrari hanno commesso un errore grossolano: finita l’era Brawn hanno distrutto tutto ciò che era stato costruito, continuando a cambiare uomini importanti nelle posizioni meno conosciute dell’azienda. Il caso Costa- mi permetto di averlo sollevato in tempi non sospetti, nel 2011- è la cartina al tornasole di una serie di valutazioni errate che hanno portato uomini giusti ad occupare posizioni errate. Il risultato è una continua confusione tecnica che non può portare a nulla, se non a cocenti delusioni. Per tornare al vertice la Ferrari deve dare continuità gestionale e operare, non seguendo le emozioni del momento. Altrimenti la strada sarà sempre in salita”.

Claudia Peroni, Guido Schittone e Andrea De Adamich

Claudia Peroni, Guido Schittone e Andrea De Adamich

– Pensi che la Mercedes sia raggiungibile? O dovremo abituarci ad una lotta a due per tutta la stagione?

“No, quest’anno l’unico vero avversario della Mercedes potrà essere al massimo la Red Bull. Gli altri difficilmente arriveranno a lottare per il titolo. Spero comunque di sbagliarmi”.

– Piccola parentesi WRC: le prime prove del mondiale 2014 hanno messo nuovamente in evidenza un Ogier assolutamente straordinario sotto tutti i punti di vista (velocità, gestione gara e vettura). Secondo te si è aperto un nuovo ciclo vincente come fu per il duo Citroen-Loeb? Considerando le attuali forze in gioco e i risultati delle prime quattro prove di questo mondiale, chi può, oltre a Latvala, impensierire Ogier nella sua scalata al titolo 2014?

“Non vedo nessuno in grado di battere Ogier. Dalla sua ha tutto, squadra compresa. Il ciclo forse non sarà così lungo ma il binomio Vw-Ogier scandirà la storia di questi anni”.

Guido Schittone Mediaset– Da uomo del settore: come giudichi il prodotto Formula 1 da parte di Rai e Sky?

“Entrambe sono impostazioni classiche. Senza nulla togliere a Rai e a Sky, Oscar Orefici a Mediaset aveva inventato la copertura a 360 gradi dell’evento nel 1990. Trovo il prodotto Rai migliore perché ho sempre anteposto il contenuto alla forma. Con tutto il rispetto i vari Bruno, Piola, Capelli, Allievi offrono un’informazione tecnica di assoluto valore. Sky è più giovanilistico,meno tecnico. Essendo una Tv a pagamento avrei intrapreso un’altra impostazione, più specialistica. La Formula 1 non è solo un prodotto che ( a volte ) fa spettacolo. Ma qualcosa di molto più profondo”.

– E’ da parecchio tempo che non ti sentiamo più al commento. Com’è possibile che nessuna delle due reti abbia pensato di coinvolgerti come opinionista?

“Non sono la persona adatta a rispondere. La domanda va rivolta alle due strutture”.

– La scelta di Formula 1 e MotoGP di andare in diretta sulle Tv a pagamento ha fatto storcere il naso a qualcuno, specialmente a chi non può permetterselo, venendo privato delle dirette “free” con Rai e Mediaset. Credi che le Pay Per View siano la scelta giusta per questi due sport? O la consideri una mossa deleteria?

“È il destino di tutti gli sport. Non sono d’accordo, perché anche pochi euro al mese almeno in Italia pesano e non poco sui bilanci delle famiglie. E credo che nemmeno le aziende che producono siano soddisfatte: il pareggio di bilancio, soprattutto in F.1, tra investimento operato, incassi pubblicitari e abbonamenti è secondo me lungi dall’essersi realizzato. Sarei felice di essere smentito”.

Fabio Di Palma, Guido Schittone e Giorgio Ferro

Fabio Di Palma, Guido Schittone e Giorgio Ferro

– Sei un uomo di punta di Dinamica Channel: il canale ha in progetto qualcosa per il futuro riguardo le gare motoristiche o ulteriori programmi Tv oltre a “Warm Up”?

“Dinamica ha un potenziale enorme. Ma avrebbe bisogno di investimenti importanti per poter crescere. È ciò che ci auguriamo:siamo competenti, credibili, umili. Potremmo fare grandi cose sia tra le quattro sia tra le due ruote. Al momento però si naviga a vista ,cercando di porre le basi per qualcosa di più sostanzioso nel futuro prossimo venturo. In ogni caso non sono un uomo di punta ma un semplice collaboratore esterno”.

– Le tue telecronache al fianco di Andrea De Adamich restano memorabili, una su tutte, personalmente, la gioia in Canada nel 1995 per la vittoria di Alesi. Qual è il ricordo più bello di quegli anni?

“Ne ho innumerevoli, nessuno migliore di un altro. Posso dire che eravamo una squadra vera, un equipe nel senso stretto del termine. Ognuno con i propri pregi e i propri limiti. Anche chi aspirava ad atteggiarsi a prima donna era costretto a giocare per il team. Quindi eravamo forti. Ci divertivamo lavorando. Sorrido sempre quando ripenso all’epoca Mediaset. Sono stato là dieci anni e ammetto il rimpianto per un ambiente professionale mai più ritrovato. Molto del merito va dato a Oscar Orefici, che sebbene mai ricordato, è stato l’uomo che ha impostato il lavoro di tutti quanti”.

Team Mediaset– Le nuove tecnologie, i blog ed i Social Network stanno snaturando il mondo del giornalismo ed il suo percorso di formazione? Oppure devono essere considerati un punto cruciale da cui muovere i primi passi?

No sono un fautore del nuovo .La mia passione è curare il mio blog di cinema, per esempio. Credo che blog e social siano basilari per immediatezza. Poi è chiaro: spetta a chi legge selezionarli. Nel marasma si trova anche qualità. Però il giornalismo è un’altra cosa. Non si può diventare opinionisti credibili se prima non si hanno le basi. Non voglio passare da …trombone, ma ho trascorso dieci anni a fare lo sguattero di redazione prima di essere assunto e di diventare praticante. E ho bazzicato mondi differenti, facendo i giri di cronaca nera e via dicendo, per arrivare a un minimo di professionalità. Blog e social sono mezzi ma alla fine per essere piloti autentici bisogna studiare, essere umili e avere maestri”.

Guido Schittone– In conclusione: cosa consigli ai giovani che vogliono intraprendere la strada di giornalisti professionisti?

“Cospargersi il capo di cenere e accettare anche i lavori più umili. Leggere tantissimo, avere una cultura, essere curiosi, anteporre sempre la notizia a tutto il resto. Imparare a conoscere le gerarchie, distinguere cosa è importante e cosa è superfluo. Adattarsi anche al puro riempimento. Come diceva un mio maestro “ci si accorge di essere giornalisti autentici quando si è in grado di rendere credibile anche l’aria fritta”. Sapendo che oggi come oggi in Italia con il giornalismo non mangi piú”.