La Red Bull si schiera contro il “bottone magico” della Mercedes e chiede il parco chiuso anche per le mappature
27 Marzo 2018 - 15:03
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Horner: "La modalità di utilizzo del motore dovrebbe rimanere uguale per tutto il weekend di gara"

La Red Bull è sempre stata la scuderia che più ha spinto la FIA a rendere i regolamenti meno restrittivi, dando più spazio all’estro degli ingegneri e alla differenze d’interpretazione delle norme fra i team del Circus. Negli ultimi giorni la scuderia di proprietà di Dietrich Mateschitz ha però cambiato posizione rispetto al recente passato, e tramite il team principal Chris Horner ha sostenuto la necessità di inserire delle restrizioni nell’utilizzo di particolari mappature del motore.

In buona sostanza, la volontà della Red Bull è impedire alla Mercedes di usare il “bottone magico” durante le fasi decisive delle qualifiche, cioè una mappatura della power unit molto aggressiva che permette a Bottas ed Hamilton di avere un consistente boost di potenza per pochissimi giri. Solitamente la Mercedes spreme al massimo il motore per poche tornate nell’arco del weekend, così da non compromettere l’affidabilità: tre giri in qualifica (uno nel Q2 e due nel Q3, ndr) e sette in gare sono spesso stati sufficienti alla Stella a Tre Punte per fare la differenza sugli avversari.

 

 

“Così come in qualifica scatta il regime di parco chiuso una volta che le vetture escono dal box, forse anche le mappature del motore dovrebbero rimanere inalterate dall’inizio delle qualifiche alla fine del gran premio – ha dichiarato Horner – I tempi di Hamilton migliorano significativamente nel Q2 e nel Q3. La Mercedes ha una modalità da qualifica della power unit che non ha la necessità di utilizzare per fare la pole position; ma che bisogno hanno di stressare il motore? Non ha senso”.