Marko su Kvyat: “Fino al 2015 ha mostrato il suo talento, poi si è perso e non sappiamo perché”
17 Dicembre 2017 - 2:02
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Il talent scout della Red Bull: "Gli è successo qualcosa a livello mentale. Ha perso la sua velocità e la facilità di fare le cose"

Il programma di sviluppo dei giovani piloti della Red Bull è piuttosto selettivo e spietato. Sono poche le persone scelte dal team anglo-austriaco fra la miriade di piloti presenti nel karting e nelle formule minori. La Red Bull aiuta i suoi protetti, finanziandone la carriera e organizzando la formazione per gradi. Ma se i risultati non soddisfano le aspettative, la scuderia di Mateschitz non si fa troppi problemi a scaricare i piloti non meritevoli. E chi viene tagliato dal programma Red Bull nel momento in cui si trova in Formula 1 con la Toro Rosso, rischia seriamente di bruciarsi la carriera. Ne sa qualcosa Alguersuari, ma ne sa ben di più Kvyat.

Il pilota russo ha appreso sulla sua pelle quanto sia duro e crudele il mondo Red Bull. Dopo aver vinto il campionato ALPS e la GP3 Series nel 2013, il “russo di Roma” ha debuttato in Formula 1 nel 2014 prendendo il posto di Ricciardo in Toro Rosso. Nel suo anno d’esordio Kvyat ha mostrato di essere molto veloce, e in più di un’occasione si è messo in luce, anche se la sua Toro Rosso non sempre si è rivelata sufficientemente affidabile. Le abilità mostrate gli hanno aperto le porte della Red Bull, che lo ha chiamato nel team ufficiale per sostituire Vettel, ormai prossimo a trasferirsi in Ferrari. Kvyat nel suo primo anno in Red Bull ha inizialmente faticato ad adattarsi alla monoposto, ma poi le sue prestazioni sono nettamente migliorate, e a fine stagione ha sorprendentemente chiuso il campionato piloti davanti al compagno di squadra Ricciardo. Nel 2016 arriva il secondo podio in carriera, ma la Red Bull lo retrocede in Toro Rosso dopo la quarta gara stagionale, quella di Sochi. Nella gara di casa Kvyat ha infatti provocato un incidente in partenza, distruggendo la sua gara, quella di Ricciardo e soprattutto quella di Vettel. La Red Bull per questo promuove al suo posto Verstappen. Da lì Kvyat non si riprende, e solo la gara gagliarda di Singapore gli permette di strappare la riconferma in Toro Rosso, che decide di “tagliarlo” esattamente un anno dopo per scarso rendimento.

 

 

Sebbene la Red Bull abbia chiuso ogni rapporto col pilota russo, Helmut Marko continua a ritenerlo un pilota di talento. “Sì: penso che abbia più talento di Gasly e Hartley – ha detto il talent scout del team con sede a Milton Keynes – Sfortunatamente lo ha mostrato solo nel suo primo anno in Toro Rosso e nella prima stagione in Red Bull. Dopodiché le sue performance sono drasticamente calate. Aveva spesso problemi ai freni e alle gomme che Ricciardo non aveva. In breve, gli è successo qualcosa a livello mentale. Ha perso la sua velocità e la facilità nel fare le cose. Non sappiamo cosa gli sia successo. Abbiamo provato diverse cose, ma non è riuscito a tornare veloce e purtroppo non abbiamo idea di cosa possa essergli successo. Poi ci sono stati troppi incidenti in partenza, ai quali non ha reagito sufficientemente bene. Si è chiuso nel suo guscio, e non voleva sentirsi dire cosa doveva fare. E’ triste quanto successo. Ricordo ancora quando in GP3 chiuse il campionato demolendo tutti a Spa e Monza. Con la Toro Rosso ci fu una gara in cui partì dal fondo e rimontò alla grande (GP d’Italia 2014, ndr) e attaccò anche Raikkonen prima di rallentare per problemi ai freni. In quella stagione corse tante gare sensazionali”.