Penske contrario all’approdo della Indycar in Europa e Asia
27 Marzo 2016 - 12:04
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Negli ultimi anni la Indycar ha provato a più riprese a espandere i propri orizzonti, tornando a disputare degli eventi anche al di fuori dei confini nord americani, senza però riuscire nell’intento. Le ultime stagioni hanno sempre visto gare corse negli Stati Uniti e in Canada, e anche l’appuntamento brasiliano di San Paolo è sparito dal calendario dopo il 2013.

Una situazione a cui molti team manager vorrebbero mettere mano, visto il crescente interesse per la Indycar in Europa e in Asia. Roger Penske, owner del team Penske, è però convinto che la Indycar debba rimanere un prodotto puramente americano, con gare disputate solo in America.

“Mi piacerebbe avere un calendario con 15-16 belle gare,” ha dichiarato Penske. “Non voglio 18, 19, o 20 corse. Non sono interessato nell’andare a fare delle gare Oltreoceano. Penso che sarebbe meglio se basassimo la nostra serie solo qui in America. I nostri sponsor sono per il 95% aziende prettamente americane. Se vogliamo dar loro dei vantaggi, notorietà e nuove partnership commerciali, allora dobbiamo continuare a seguire la strada attuale. Sarebbe difficile mantenere i nostri sponsor correndo ad Abu Dhabi o in posti del genere.”

Roger Penske non prende assolutamente in considerazione un ritorno della Indycar in Europa, e nemmeno in Asia, dove una volta le Indycar sfrecciavano sull’ovale di Motegi. Anche lo storico appuntamento CART di Surfers Paradise, in Australia, non stuzzica l’interesse di Penske. Il “Capitano” è però a favore del ritorno della Indycar in Brasile e in Messico, e alla disputa di più eventi del campionato in territorio canadese: “Non ho problemi nell’andare a correre in Canada o in Messico. Ci sono molte persone nel nord est degli Stati Uniti a cui piacciono le corse. L’importante è avere piste degne di considerazione e organizzare delle gare in momenti dell’anno compatibili.”