Pioggia di retrocessioni sulla griglia di Le Mans
12 Giugno 2015 - 18:19
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I commissari dopo aver dato tanti warning ai piloti per essere andati oltre i limiti del tracciato e aver rimosso i tempi di alcuni di questi, costringendoli a tornare in pista per scalare di nuovo la classifica, non hanno terminato il loro lavoro nemmeno al termine delle tre sessioni di qualificazione. Hanno infatti retrocesso ben sette vetture in griglia di partenza, tra le quali anche le tre Nissan GT-R LM Nismo.

Tra le LMP1 troviamo la ByKolles CLM 01 e le già citate Nissan. Queste vetture che si erano qualificate al 11°, 12°, 13° e 15° posto sono state retrocesse dietro a tutto il plotone delle vetture LMP2. Il perché di questo arretramento può trovare risposta nel regolamento sportivo che all’Articolo 82 riporta che una vettura di classe LMP1, LMP2 e GTE Pro deve far segnare un tempo che rientri nel 110% da quello fatto segnare dal detentore della pole della propria classe per poter prendere il via alla gara. Il tempo della pole è il 3:16.887 fatto segnare con la Porsche #18 da Neel Jani, mentre il corrispettivo 110% ammonta al 3:36.575. La ByKolles ha sforato il limite di 250 millesimi, mentre la più veloce delle Nissan di 420 millesimi. Il direttore di gara ha deciso di ammettere queste quattro vetture che partiranno quindi dalla 29esima, 30esima, 31esima e 32 esima posizione.

Alle spalle di questo gruppetto di LMP1 però troviamo una LMP2, la Oreca #45 di Ibanez che non è riuscita a rientrare nel tempo limite così come accaduto ai quattro prototipi di classe maggiore.

Le due vetture rimanenti appartengono alle classi GT, una per ognuna, e scatteranno dall’ultima fila dello schieramento. Queste sono la Ferrari 458 Italia #71 del team AF Corse che partirà dal penultimo posto, e la Porsche 911 #68 che partirà ultima. La vettura della casa tedesca perde una sola posizione rispetto a quanto fatto durante la qualifica. Dalle vetture GT, inoltre, è stata rimossa la Corvette #63 che ieri è stata ufficialmente ritirata dalla gara in seguito all’incidente di Jan Magnussen nel Q2.