Push to Pass | Hamilton, il complotto Mercedes, il suo 2012 e il 2005 di Raikkonen
16 Ottobre 2016 - 12:16
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I problemi tecnici avuti da Hamilton nel 2016 hanno riportato in auge la teoria di un sabotaggio Mercedes ai suoi danni. Ma che avrebbe dovuto dire Kimi Raikkonen per quanto gli accadde nel 2005? Ed Hamilton ricorda il suo 2012 in McLaren?

Ogni problema tecnico capitato a Lewis Hamilton nel corso di questa stagione ha fatto storcere il naso a diversi appassionati. La penalizzazione di cinque posizioni per un problema al cambio dopo il GP del Bahrain è stata una prima goccia d’acqua. Il problema all’MGU-H nel Q1 del GP della Cina, con tanto di partenza dall’ultima posizione, e quanto avvenuto nel successivo GP della Russia, con nuova avaria all’MGU-H, partenza dalla decima posizione e problemi di temperatura al motore in gara, sono stati il diluvio che hanno riportato in auge la teoria che tanto aveva spopolato nel 2014 quando in casa Mercedes si rompeva la macchina di Hamilton: i tedeschi stanno sabotando la W07-Hybrid del pilota inglese perché vogliono far vincere il teutonico Rosberg.

L’apoteosi della teoria del complotto e del sabotaggio Mercedes ai danni di Hamilton ha toccato il suo apice in due diverse circostanze: Baku e Sepang. A Baku la squadra non ha spiegato al pilota come passare alla mappatura del motore corretta, con Hamilton costretto a girare con una mappatura meno aggressiva e performante, mentre il team si è subito prodigato ad aiutare Rosberg quando stava per rimanere fermo per un problema al cambio nel GP di Gran Bretagna. Quello che è successo in Malesia lo abbiamo visto tutti, con la cavalcata trionfale di Hamilton stoppata dal cedimento della power unit Mercedes e le seguenti parole dell’ex pilota della McLaren, chiaro atto di accusa contro la sua squadra: “Qualcuno non vuole farmi vincere il titolo. Devono darmi una spiegazione su ciò che sta succedendo. Solo i miei motori si rompono”.

hamilton-fuoco

 

Sgombrando subito il campo da possibili equivoci, il sottoscritto non crede minimamente alla teoria del complotto e al sabotaggio Mercedes nei confronti di Lewis Hamilton. E’ semplicemente folle poter anche solo credere che una casa automobilistica come la Mercedes paghi più di 30 milioni di euro l’anno un campione come Hamilton per poi divertirsi a creargli dei problemi d’affidabilità per far vincere il tedesco Rosberg. Di sicuro la Mercedes sprizzava gioia da tutti i pori quando è esplosa la power unit di Hamilton in Malesia, terra della Petronas, sponsor principale e grande finanziatore del team. In Mercedes ci tenevano tantissimo a fare una brutta figura per il secondo anno consecutivo a casa della Petronas, e sono stati felicissimi nel sabotare la macchina ad Hamilton. Come no. E del resto a Baku Wolff, Lauda e Lowe se la ridevano di gusto al pensiero di non dire ad Hamilton come tornare alla giusta mappatura della power unit.

hamilton baku mercedes

 

Il sabotaggio ad Hamilton per favorire il tedesco Rosberg non esiste. I numerosi problemi capitati a Lewis Hamilton sono semplicemente dovuti a un fattore chiave della F1, che nel corso degli ultimi anni si era un po’ perso per strada: l’importanza dell’affidabilità per una monoposto e il giusto bilanciamento fra prestazioni e affidabilità. Un elemento importante e ricercato dalle squadre, ma anche imponderabile e “bastardo”, perché un team può aumentare il controllo della qualità dei materiali, usare i pezzi migliori e fare tutto ciò che è possibile per garantire l’affidabilità, ma il problema tecnico può sempre essere dietro l’angolo, e basta un minimo errore nel processo produttivo per scatenarlo. E anche un top team come la Mercedes, con 1500 uomini che lavorano sulle vetture di Hamilton e Rosberg, può sbagliare.

Fa inoltre sorridere sentir dire che non si era mai visto un pilota in lotta per il titolo, vedi Hamilton, patire così tanti problemi, mentre l’altro, Rosberg, viaggia sul velluto e per questo motivo non merita il titolo. Ogni problemino tecnico di Hamilton è un complotto, perché in un mondiale, tanti dicono, fortuna e sfortuna fra i piloti si bilanciano. Una fesseria. Se è vero che fortuna e sfortuna in un mondiale di F1 si bilanciano, che dovrebbe dire Kimi Raikkonen, che nel 2005 perse la sfida iridata contro Alonso perché la sua McLaren-Mercedes aveva problemi tecnici una gara sì e una no? Per ben tre volte (Imola, Nurburgring e Hockenheim) il finlandese fu costretto al ritiro per delle avarie (semiasse, sospensione, motore), col rivale Alonso che è andato a vincere tutti quei gran premi. In altre occasioni Raikkonen fu costretto a partire dieci posizioni indietro (Magny Cours, Silverstone) per aver sostituito il motore prima del tempo previsto dal regolamento (due gare consecutive). Eppure nessuno ha mai accusato la McLaren di complottare contro Raikkonen, che proprio quell’anno fece sapere alla squadra di non essere intenzionato a rinnovare il suo contratto in scadenza a fine 2006.

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Ed Hamilton e alcuni suoi fan ricordano per caso il mondiale di F1 2012? In quella stagione un Hamilton per larghi tratti magnifico, e molto più sfortunato dei suoi rivali, non riuscì mai a inserirsi nella lotta all’iride per i continui guasti sulla sua McLaren. E fu proprio dopo un grave problema tecnico a Singapore che Hamilton decise di lasciare Woking per approdare alla Mercedes.

Le annate storte possono capitare e, dopo un 2015 trionfale, ci può stare che Hamilton viva una stagione più tribolata. Ma il pilota inglese e i suoi fan, invece di pensare a complotti, sabotaggi e tedeschi nazionalisti, farebbero bene a concentrarsi sulle ultime quattro gare di questo mondiale. Perché questo campionato non è ancora concluso, e da Austin in avanti può ancora succedere di tutto.