Kubica vuole provare di nuovo una Formula 1
09 Febbraio 2017 - 19:36
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L’ex Renault Robert Kubica manifesta la volontà di guidare nuovamente una vettura di Formula 1 e si sente fisicamente pronto

 

Robert Kubica è fermamente deciso a tornare a guidare una monoposto di F1 a sei anni di distanza dall’incidente al Rally di Andora che gli costò gravi lesioni al braccio. Dopo una lenta ripresa che gli ha permesso di disputare diverse gare nel mondo rally, Kubica nel 2016 è riuscito a tornare alle corse su pista, e nel 2017 vuole continuare su questa strada.

Dopo aver partecipato ad una serie di eventi GT, Robert Kubica tornerà a correre a tempo pieno nel Mondiale Endurance nella categoria LMP1 con il Team ByKolles. L’ex pilota della Renault è inoltre rimasto in contatto con molti tecnici di Formula 1, e dopo aver provato un certo numero di simulatori ha anche ricevuto l’offerta di partecipare a un test su pista al volante di una monoposto.

In una intervista esclusiva Robert ha affermato di aver rifiutato la possibilità di effettuare questi test perché non si sentiva pronto, ma non crede che i limiti del suo infortunio al braccio destro rappresenterebbero un problema oggi “Oggi mi sentirei pronto per una vettura di Formula 1″, ha detto il polacco. “E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta, ma penso di poter fare bene. In passato ho rifiutato un test in pista, ma al tempo non avevo la fiducia necessaria. So che alcune possibilità arrivano solo una volta, ma ho sempre voluto essere sicuro della mia condizione e non essendolo mi sono detto che era meglio lasciar perdere”.

La mia condizione fisica non è molto comune, ognuno reagisce in modo diverso ed è tutto molto soggettivo”, ha affermato il pilota di Cracovia. “Vorrei rivivere l’emozione della Formula 1 e sono sicuro che potrei guidare in molte piste del campionato. Devo comunque sottolineare che il test è una cosa, il week end di gara è totalmente diverso. Nelle ultime tre stagioni di Formula 1 ero riuscito a raggiungere un notevole livello di prestazioni, dopo anni di duro lavoro, mentre nel rally è stato fatto tutto troppo in fretta”.

 

Andrea Righi e Giuseppe Rocca