Side by Side | Ferrari, gioco di squadra sì o no?
30 Maggio 2017 - 0:44
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GP Monaco 2017
Nonostante la doppietta Ferrari, la faccia di Kimi Raikkonen sul podio è a lutto dopo la vittoria sfumata a Monte Carlo. La strategia Ferrari ha avvantaggiato volutamente Vettel?

Uno dei temi più caldi emersi dal Gran Premio di Monaco 2017 è il ‘dubbio’ gioco di squadra messo in atto dalla Ferrari per favorire Sebastian Vettel nella rincorsa al titolo mondiale. Una vera e propria “patata bollente” che ha quasi messo in secondo piano la superiorità schiacciante messa in evidenza dalla SF70H rispetto alla concorrenza, Mercedes in primis.

Il volto ‘a lutto’ di Kimi Raikkonen sul podio ha fatto sorgere non pochi dubbi nei cuori dei tifosi Ferrari e nelle menti di molti addetti ai lavori, che con malizia hanno giudicato la strategia del Cavallino totalmente appannaggio del tedesco, adesso sempre più leader della classifica piloti grazie anche al “suicidio” di Lewis Hamilton nelle qualifiche di Monte Carlo.

Analizzando con lucidità quanto successo nella calda domenica del Principato, ci sono diversi fattori che accorrono in difesa del muretto box della Ferrari, giustificando le scelte strategiche fatte nel momento nevralgico della gara. Il primo a scombussolare i piani di tutte le squadre è stato Max Verstappen, il primo della Top 5 a fermarsi per il cambio gomme nel tentativo di cercare l’undercut nei confronti di Valtteri Bottas. Dal box Mercedes, però, i tecnici del muretto hanno reagito subito all’attacco della Red Bull, fermando il finlandese la tornata seguente e consentendogli di tornare in pista appena davanti il giovane olandese.

Dopo aver portato in temperatura le gomme Bottas e Verstappen, complice anche l’immediata entrata ai box della Toro Rosso di Carlos Sainz (fino a quel momento davanti ai due in quarta posizione), hanno cominciato a spingere al massimo le rispettive monoposto, girando decisamente più veloci delle due Ferrari in testa, il cui ritmo era scandito proprio da Raikkonen, in testa fino a quel momento. Per evitare di restare vittima dell’undercut, la scuderia di Maranello ha richiamato ai box il finlandese, lasciando in pista il tedesco, a sua volta alle prese con un Daniel Ricciardo in modalità qualifica che si cominciava ad avvicinare minacciosamente.

A questo punto gli strateghi di Maranello non hanno potuto fare altro che aspettare la mossa dell’australiano della Red Bull, ma nel frattempo anche Vettel ha cominciato a tirar fuori tutto il potenziale della SF70H con tempi sul giro super competitivi nonostante le gomme usurate. Raikkonen, complice anche il traffico di Wehrlein che già gli aveva dato dei problemi nella prime fasi della gara, ha perso del tempo prezioso, che alla fine si è rivelato fatale.

D’altra parte, però, bisogna sottolineare che fermarsi più tardi possibile a Monaco, specialmente con le nuove gomme Pirelli poco adatte a un circuito così a basso grip come quello del Principato (Le Ultra Soft avrebbero potuto tranquillamente coprire l’intera distanza di gara), era l’obiettivo di tutti i piloti in gara e, a differenza di tutti gli altri circuiti, Raikkonen avrebbe dovuto teoricamente usufruire di questo ‘vantaggio’, essendo davanti al suo compagno di squadra.

Inoltre, il gioco di squadra già adottato in maniera plateale dalla Mercedes per agevolare Hamilton sia in Bahrain – quando Bottas si è fatto da parte per ben due volte all’arrivo del compagno di squadra – sia in Spagna – quando il finlandese è stato lasciato fuori per frenare Vettel e far recuperare terreno a Lewis – avrebbe potuto indurre la Ferrari a puntare tutto sul quattro volte campione del mondo già in questa prima fase del campionato, data l’importante differenza tra lui e Raikkonen a livello di punti nella classifica iridata. Con quest’ordine d’arrivo, infatti, Vettel si trova ora con ben 25 punti di vantaggio da amministrare sul rivale britannico della Mercedes, un bel distacco dopo una prima parte di stagione fatta di attacchi e contromosse.

Ovviamente non sapremo mai cosa sia effettivamente successo dietro le quinte del Cavallino a Monte Carlo, ma l’unica cosa che si può escludere con certezza è la presa di posizione premeditata da parte degli uomini in rosso: la faccia tirata – e non poco – di Raikkonen sul podio è il chiaro segno di un pilota che era partito per il Gran Premio con l’intenzione di cogliere il suo primo successo stagionale, un successo che gli manca da Melbourne 2013, dai tempi della Lotus. Quella di Monte Carlo sarebbe stata una vittoria che avrebbe fatto certamente morale e che lo avrebbe ulteriormente stimolato a tirar fuori tutto il potenziale del suo bolide rosso nelle prossime gare del campionato.