Todt cerca di proporre ai team la riduzione dei costi.
08 Novembre 2012 - 11:27
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Da molto tempo a questa parte non si fa altro che parlare della necessità di ridurre i costi in Formula Uno. Giusto per dare una misura degli esborsi sopportati dalla squadre nel corso di una stagione, team di basso livello come la Catheram spendono circa 45 milioni all’anno, mentre la Red Bull arriva a mettere sul piatto circa 225 milioni di euro.

Jean Todt, presidente della FIA, vorrebbe proporre al più presto una riunione fra i vertici della federazione e le scuderie del Circus per discutere sul tema. Sul piatto della bilancia dovrebbe entrare la proposta di un budget cap, oppure un accordo tra le parti riguardante i limiti di spesa riguardanti il comparto “Ricerca & Sviluppo”, la voce negativa che pesa maggiormente nei bilanci di tutti i team. Todt, in un’intervista raccolta da Autosport.com, ha spiegato che quello che vuole la Federazione è una soluzione presa di comune accordo con le squadre, senza decisioni imposte dall’alto. Secondo l’ex dt della Ferrari, la Formula Uno può andare incontro tranquillamente a una riduzione delle spese, senza per questo pregiudicare lo spettacolo in pista e l’implementazione di soluzioni tecniche all’avanguardia.

Bernie Ecclestone aveva proposto un tetto di spesa di 250 milioni qualche giorno fa. Todt ha ironicamente risposto: “Ho sentito parlare di un limite di 250 milioni. E chi spende più di 250 milioni? Probabilmente, se scendiamo nel dettaglio, scopriamo che massimo tre o quattro team sfondano quel muro, ma non dobbiamo tenere conto degli altri 8?” Il Presidente della FIA ha anche rincarato la dose sull’utilizzo eccessivo del personale in galleria del vento, che porta via un sacco di risorse alle squadre di Formula Uno.

Quel che è certo è che Todt vuole intraprendere questo importante passo a braccetto con i team manager e discutendo la questione collegialmente. Non è un dettaglio da poco: basti pensare che nel 2009 l’allora Presidente della FIA Max Mosley voleva fissare il budget cap in 33 milioni di euro, togliendo ogni voce in capitolo alle squadre protagoniste del mondiale, e rischiando di rovinare il futuro del più grande campionato motorisitco. Non bisogna dimenticare che grazie a quella scelta Mosley diede a tre nuove squadre la possibilità di iscriversi alla serie, lasciando come sua eredità vetture “competitive” quali HRT, Marussia e Catheram (la USF1 si iscrisse alla stagione 2010, ma a Marzo rinunciò a partecipare). Ben venga la svolta di Jean Todt. Certo che se come primo passo verso la riduzione dei costi si alzano le tasse d’iscrizione e il prezzo della superlicenza… (A.R)