UltimaCurva | Vettel giù dal podio è uno scandalo, ed è tutta colpa di Verstappen
31 Ottobre 2016 - 1:52
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Dalla nostra rubrica di approfondimento "UltimaCurva" le impressioni sulla penalità del tedesco e le colpe del pilota olandese

Post gara di passione quello del Messico: Sebastian Vettel, dopo essere giunto quarto al traguardo per un comportamento scorretto di Verstappen, è finito sul podio proprio dopo la sacrosanta (e anche lieve) penalizzazione del pilota olandese, ossia cinque secondi di penalità. Il tedesco ha difeso la posizione con le unghie e con i denti nei confronti di Ricciardo, compiendo una manovra decisa ma senza eccedere. Alzi la mano chi non si è emozionato nel vedere quel duello, seppur viziato dall’ennesima scorrettezza del ragazzino olandese. E’ uno scandalo che siano stati inflitti dieci secondi di penalità a Vettel per quella manovra, soprattutto dopo una serie di gare dove Verstappen ha fatto quello che voleva senza mai essere sanzionato.

Sì, Verstappen, è sempre lui! A SPA ha compiuto il primo giro con la vettura danneggiata tagliando tutte le curve e rientrando pericolosamente in pista. Poi vabbè, ha tentato in tutti i modi di spedire Raikkonen per i boschi del Kemmel, compiendo manovre scorrette un giro dopo l’altro. Questa sanzione inflitta a Vettel è figlia di una manovra di Verstappen su Hamilton compiuta a Suzuka al penultimo giro, forse proprio una delle più corrette e giustamente non sanzionate del pilotino olandese. Il tedesco ha infatti infranto la “Regola Verstappen”, così chiamata nel paddock.

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Verstappen e Hamilton a Suzuka, da qui nasce la “Regola Verstappen”

Il fatto di oggi è incedente: Verstappen (dopo aver sbattuto fuori Rosberg alla prima curva) rientra in pista dopo un lungo, deve cedere la posizione, lui non contento fa zig-zag “per pulire le gomme”, rallenta l’avversario e agevola Ricciardo, che a quel punto e giustamente tenta il sorpasso nei confronti di Vettel, ma il tedesco con una manovra forse al limite, ma non deleteria nei confronti dell’avversario (non si sono nemmeno toccati) ha tenuto la posizione. Questo per dire l’ennesima volta che in Formula 1 non esiste uniformità di giudizio e le penalità vengono concesse a caso. Verstappen può fare tutte le cavolate che vuole ma alla fine la passa sempre liscia (cinque secondi dati ieri sono un buffetto sulla guancia). La manovra di Vettel è stata considerata più grave di tutte quelle fatte da Verstappen da SPA ad oggi, e questo è incredibile. La Ferrari sembra non avere quel peso politico necessario per affrontare Mercedes e Red Bull anche fuori dalla pista, perché una sanzione del genere è indecente dopo tutto quello che ha combinato il pilota olandese sia nella gara del Messico che in quelle precedenti. La Federazione, una volta “toccata” direttamente la Mercedes a Suzuka, decide di sanzionare chinuque si comporti come Verstappen, mentre dopo SPA tutto è ancora consentito. Per di piu cambiare una regola a campionato in corso fa capire la serietà di questa Formula 1 odierna, ormai sempre più una farsa (perché abbiamo assistito a questo ieri, a una farsa).

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Verstappen, Vettel e Ricciardo: il fatto incriminato

Perché è tutta colpa di Verstappen? Per due motivi:
1- Se avesse rispettato le regole, anzi, se gli avessero fatto rispettare le regole a suon di penalità quando bisognava dargliele, sicuramente non avrebbero mai fatto la famosa “Regola Verstappen” di Suzuka, ripetiamo, quella manovra di Max è la più corretta di tutte quelle non sanzionate.
2- Se Verstappen avesse concesso subito la posizione a Vettel, a quest’ora forse staremmo parlando sempre di un podio di Ricciardo visto il suo ritmo nel finale, ma quantomeno tutto si sarebbe svolto nella massima regolarità. Purtroppo coi “se” e coi “ma” non si fa la verità.

Ancora una volta, dunque, corse falsate per dei giudici di gara mai all’altezza della situazione. Ma soprattutto: le infrazioni di Verstappen sono diventate meno gravi di quella di Vettel. Indecente, scandaloso e senza alcuna logica. Per quel che può contare: Verstappen non è un fenomeno, è solo un pilota scorretto.

Amen.